giovedì 4 luglio 2013

Addio a Engelbart, padre del mouse

Douglas Engelbart, pioniere dell'interazione uomo-macchina, si è spento oggi 4/7/13 all'età di 88 anni . In molti probabilmente non sapranno neppure chi sia, ma è a lui che possono essere accreditate molte delle tecnologie che oggi diamo per scontate e che quotidianamente vengono utilizzate da chiunque. Il lavoro più noto di Engelbart e certamente più iconico riguarda l'invenzione del mouse.
 Engelbart, addetto ai radar durante la Seconda Guerra Mondiale, era nato a Portland, nell'Oregon nel 1925 e si era laureato in ingegneria. 

Il primo prototipo di mouse (nella doto sotto), Englebart lo aveva realizzato nel 1964,  il 21 giugno 1967 arrivò il brevetto. Si presentava come una piccola scatola di legno con due ruote di metallo. Fu battezzato come 'indicatore di posizione X-Y per display'; il nome mouse (topolino) e' stato proprio Engelbart a darglielo perché il filo gli ricordava la coda di un topo. Engelbart non si arricchì mai dal brevetto del mouse, poiché il brevetto scadde prima della diffusione mondiale dell'oggetto.


Fu l'ex-presidente Bill Clinton che consegnò nel 2000 ad Englebart la National Medal of Technology and Innovation, un riconoscimento per tutto ciò che Englebart è riuscito a compiere nella sua vita. Nel dettaglio ad Engelbart vengono riconosciute "la creazione delle fondamenta del personal computing, comprese le interazioni in tempo reale tramite un display a tubo catodico, il mouse, i link con ipertesti, l'editing del testo, i giornali online, la teleconferenza con schermo condiviso ed il lavoro remoto collaborativo".

E' il 19 dicembre 1968, che Engelbart tiene presso la Brooks Hall di San Francisco ciò che è stata definita in seguito come la "Madre di tutte le Demo", una presentazione nella quale vengono mostrati gli embrioni di varie tecnologie oggi comuni: videoconferenze, hyperlink, editing di testo in modalità WYSIWYG (What You See Is What You Get), interfacce grafiche. Engelbart avrebbe poi dichiarato: "Non eravamo interessati all'automazione ma all'augmentation. Non stavamo costruendo uno strumento ma progettavamo un intero sistema per lavorare con la conoscenza". E' stato forse uno degli ultimi scienziati che hanno cambiato davvero il nostro modo di vivere e lavorare. 
Negli anni Novanta ha fondato anche il Bootstrap Institute: alla base un'idea di collaborazione che ritroviamo nel movimento 'open source'.

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